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da "Fontamara" di Ignazio Silone
un progetto di
Michele Placido
a cura di Andrea Ricciardi e Marica Gungui
orari spettacoli
ore 21,00
domenica ore 18,00
lunedì riposo
voce narrante
Michele Placido dal 2 al 7 marzo
Giancarlo De Cataldo dal 9 al 14 marzo
con
Giulio Forges Davanzati, Lino Guanciale, Marica Gungui, Ivan Olivieri, Roberto Pappalardo, Andrea Ricciardi, Riccardo Ricci, Eugenia Rofi, Roberta Santucci, Valentina Taddei
musiche originali Davide Cavuti
disegno Luci Marco Maione
Metro Golden Minor
Teatro di Roma
con il contributo di
Fondazione Onlus "Il Meglio di Te"
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Fontamara è un villaggio di contadini, situato nella Marsica, simile a tanti altri, dove da secoli i "cafoni" si trascinano nella miseria.
"La vita degli uomini sembrava racchiusa in un cerchio immobile: prima veniva la semina, poi l'insolfatura, poi la mietitura, poi la vendemmia. E poi? Poi da capo. La semina, la sarchiatura, la potatura, l'insolfatura, la mietitura, la vendemmia. E poi ancora? di nuovo da capo. Ogni anno come l'anno precedente, ogni stagione come la precedente. Ogni generazione come la precedente".
Ma il due Giugno di un anno imprecisato, il governo toglie a Fontamara la luce elettrica perché gli abitanti non pagano la bolletta, e da quella sera si scatenano una serie di eventi straordinari e di soprusi contro i poveri "cafoni".
A Berardo Viola, i compaesani affidano le loro speranze di giustizia. Ma Berardo per uscire dalla povertà, farsi un po' di terra e sposare la sua Elvira, lascia Fontamara e va a Roma in cerca di lavoro e lì trova uno Sconosciuto che conduce attività antifascista clandestina. La malasorte vuole che finiscano ambedue in carcere. Pestato a sangue, Berardo resiste per consentire allo Sconosciuto di riacquistare la libertà, finché viene a sapere che Elvira è morta durante un pellegrinaggio. Allora si spegne col conforto di essersi sacrificato per i suoi compaesani ai quali ha trasmesso il suo grido di rivolta.