Da capitale di un impero all'ultima Roma antica
Paesaggi urbani, trasformazioni sociali e culturali
Con contributi di storia dell’arte di Claudio Strinati
I mosaici della chiesa di San Vitale a Ravenna
anteprime del passato di Andreas M. Steiner
Introduce e presenta Massimiliano Ghilardi
Negli occhi dello storico: Roma al tempo delle guerre greco-gotiche nei racconti di Procopio di Cesarea
MASSIMILIANO GHILARDI
Direttore Associato dell’Istituto Nazionale di Studi Romani; Segretario Generale dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’Arte
In qualità di consigliere del generale bizantino Belisario, Procopio di Cesarea – vissuto in Italia dal 535 sino al 540, quando Belisario fu richiamato a Costantinopoli da Giustiniano – poté assistere alle fasi iniziali del conflitto greco-gotico, protrattosi poi sino all’anno 553. Ebbe così modo di visitare Roma e vederne i suoi antichi monumenti dei quali ripetutamente riferì nella sua opera storica dedicata alla guerra che lungamente oppose l’impero bizantino agli Ostrogoti. Il de bello gothico, dunque, può essere utilizzato – ed è lo scopo che si prefigge l’intervento – per cercare di delineare la forma urbis di Roma alla metà del VI secolo.
Quando Roma divenne un vigneto
DANIELE MANACORDA
Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica, Università di Roma Tre
Quando le truppe italiane entrarono in Roma nel settembre 1870 la città all’interno delle mura si presentava ancora racchiusa in una cintura di orti e vigneti. Quando si è formato quel paesaggio, che l’urbanizzazione di Roma Capitale spazzerà via nel corso di una generazione? Fu l’esito di un lungo e lento processo di trasformazione o il prodotto di una serie di atti organizzati e concentrati nel tempo? E se fu così, quando?
Una città contesa: l’ultima Roma antica tra senatori, vescovi e barbari
UMBERTO ROBERTO
Storia Romana, Federico II Napoli
Durante il V secolo, Roma è una città contesa. La presenza di una potente e opulenta nobiltà senatoria rallenta il processo di cristianizzazione della popolazione, molto più avanzato in altre metropoli dell’impero in età tardoantica. L’identità della città appare sdoppiata. C’è, da una parte, l’ultima Roma antica, la maestosa ex-capitale dell’impero e culla della tradizione romana, con i suoi monumenti e le sue memorie posti sotto la vigile tutela dei senatori; dall’altra, il vescovo ortodosso della città si batte per aumentare il suo prestigio e guadagnare il controllo degli uomini, degli spazi, perfino del tempo dell’Urbe.
immagine Ritratto di Totila, di Francesco Salviati (1549 c.) Como Musei Civici
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