L’eredità di Roma - incontro 6
L’Europa di Carlo Magno - Alessandro Barbero
Una sola architettura per un impero millenario - Alessandro Viscogliosi
Le origini del medioevo figurativo - Claudio Strinati
Che Roma sia in Europa può apparire ovvio oggi, ma non lo era all'indomani delle invasioni barbariche. Papa Gregorio Magno scrisse all'imperatore d'Oriente implorandolo di non dimenticarsi dell'Europa caduta in mano ai barbari; ma la città di Roma quel destino non l'aveva condiviso. Nei secoli VII e VIII continuava a far parte dell'impero bizantino, accogliendo i profughi siriani e palestinesi in fuga davanti all'invasione araba; anche i papi di quell'epoca erano spesso orientali, e di lingua greca. Quando Carlo Magno venne incoronato in San Pietro il giorno di Natale dell'800, i cronisti bizantini commentarono tristemente che anche Roma era caduta in potere dei barbari; ma è in conseguenza di quegli avvenimenti che Roma divenne una città europea, più legata a Milano, Francoforte e Parigi che non a Costantinopoli, Gerusalemme e Alessandria.
Come simbolo di un Impero che non aveva capitale, Carlo Magno concepì e fece realizzare la cappella palatina di Aquisgrana, monumento sintesi di un’idea imperiale che, tramite un indiscusso omaggio\citazione dell’architettura bizantina, ricollega il neonato Sacro Romano Impero all’unico Impero, quello di Roma. Le forme dell’architettura parlano un linguaggio che non si presta ad equivoci, talvolta più eloquente nella sua evidenza materiale di quanto non lo sia la scrittura.