Teatro India, 26 | 31 maggio 2009
Associazione Culturale Gianni Santuccio
di Arthur Schnitzler
traduzione Giuseppe Farese
regia Walter Pagliaro
scene e costumi Luigi Perego
con Roberto Bisacco, Micaela Esdra, Antonio Zanoletti, Martina Carpi, Giampaolo Mannoni,Diego Florio, Ilario Grieco, Giovanni Scacchetti
ore 21.00
Fra il giugno 1906 e l’aprile 1907, Schnitzler scrive la commedia in un atto La contessina Mizzi, ovvero un giorno in famiglia. L’ironia della commedia è tutta nel sottotitolo: il giorno in famiglia, che allude a un tranquillo incontro o addirittura a una festa, è invece un giorno di rivelazioni e rievocazioni di aspetti dolorosi e grotteschi di un troppo lontano passato. La simpatia di Schnitzler per i personaggi femminili emerge in questo caso con particolare decisione: Mizzi è una delle grandi figure del suo teatro, una donna che con aristocratico contegno ha sofferto in silenzio, lasciando che la sua vicenda umana restasse nell’ambito della commedia, senza interferire tragicamente nel destino degli altri. Il finale, la gita ad Ostenda, con il previsto incontro di tutti i protagonisti e forse, chissà, con un ripensamento di Mizzi, non va tuttavia visto in chiave di Happy end ma resta, come sempre in Schnitzler, aperto per la riflessione dello spettatore.
Nonostante la satira piuttosto mancata del futile e vuoto mondo aristocratico, non sfugge tuttavia nella commedia un senso di umana comprensione e persino di simpatia nei riguardi di una classe che un tempo ha retto con dignità le sorti dell’Austria felix e che adesso all’inizio del novecento, è ormai soltanto l’ombra di se stessa.
di Arthur Schnitzler
traduzione Giuseppe Farese
regia Walter Pagliaro
scene e costumi Luigi Perego
con Roberto Bisacco, Micaela Esdra, Antonio Zanoletti, Martina Carpi, Giampaolo Mannoni,Diego Florio, Ilario Grieco, Giovanni Scacchetti
Siamo spiacenti di comunicare che lo spettacolo è stato annullato poichè l'attrice protagonista ha avuto un incidente che le impedisce di andare in scena.
orari spettacoloore 21.00
Fra il giugno 1906 e l’aprile 1907, Schnitzler scrive la commedia in un atto La contessina Mizzi, ovvero un giorno in famiglia. L’ironia della commedia è tutta nel sottotitolo: il giorno in famiglia, che allude a un tranquillo incontro o addirittura a una festa, è invece un giorno di rivelazioni e rievocazioni di aspetti dolorosi e grotteschi di un troppo lontano passato. La simpatia di Schnitzler per i personaggi femminili emerge in questo caso con particolare decisione: Mizzi è una delle grandi figure del suo teatro, una donna che con aristocratico contegno ha sofferto in silenzio, lasciando che la sua vicenda umana restasse nell’ambito della commedia, senza interferire tragicamente nel destino degli altri. Il finale, la gita ad Ostenda, con il previsto incontro di tutti i protagonisti e forse, chissà, con un ripensamento di Mizzi, non va tuttavia visto in chiave di Happy end ma resta, come sempre in Schnitzler, aperto per la riflessione dello spettatore.
Nonostante la satira piuttosto mancata del futile e vuoto mondo aristocratico, non sfugge tuttavia nella commedia un senso di umana comprensione e persino di simpatia nei riguardi di una classe che un tempo ha retto con dignità le sorti dell’Austria felix e che adesso all’inizio del novecento, è ormai soltanto l’ombra di se stessa.